Caos Ricucito
15 ottobre | 15 dicembre 2022
Ultima modifica 12 maggio 2024
Quinto appuntamento per il progetto « RestART! Museo relazionale Imbiancheria del Vajro » , il cui obiettivo è raccontare, attraverso cinque mostre nell’arco di due anni, la preziosa Collezione Civica di Fiber Art del Comune di Chieri, “Trame d’Autore”, oltre 300 opere realizzate da artisti di tutto il mondo, un patrimonio di valore e di rilevanza internazionale.
Dopo la mostra « La bellezza ritrovata » (15 giugno al 15 settembre 2022.) ora « Il Caos Ricucito » da mercoledì 15 ottobre al 15 dicembre 2022.
Alle origini del movimento artistico della Fiber Art, sviluppatosi negli Anni Sessanta, vi è infatti l’interesse per le culture di ogni luogo e tempo rilette attraverso il patrimoni antichi e contemporanei della tessitura. In essi, gli artisti vi hanno identificato il filo universale che collega popoli e tradizioni, individuando al loro interno i più svariati percorsi di esplorazione alla ricerca di significati e conoscenze poi elaborate con sensibilità, contenuti e modalità personali.
In libera adesione allo spirito di questa corrente, che è giunta ad oggi ricaricandosi delle incalcolabili esperienze del ‘900, il cammino dei fiber artist ha incrociato i passi di altri artisti visuali, che su strade parallele hanno dato valore al medium tessile giungendo, con incredibile sintonia, agli stessi elementi fondanti e punti teorici dell’arte della fibra: un nomadismo culturale inclusivo ed etico, attraverso il quale l’enciclopedia delle saggezze perdute, o di abituale consumo, si traducono in opere simili a grandi libri aperti tra le cui pagine trovano valore gli aspetti migliori di civiltà del passato e di oggi, al di là di qualsiasi barriera geografica o di pensiero.
Questo dato, estremamente interessante, emerge con chiarezza nella Collezione Trame d’Autore, chiamata nella sua mission a mettere in dialogo i diversi aspetti di un medesimo linguaggio, forse tra i pochi ad avere una continuità in costante metamorfosi ed espansione contemporanea, pur mantenendo i tratti identitari che la contraddistinguono.
Mostra condivisa - Metodo e percorso
Il progetto è stato presentato invitando il gruppo a creare un progetto “a più voci”. Le persone che hanno partecipato alla “chiamata” sono di varia estrazione: lavoratori, pensionati, artisti, simpatizzanti…La mostra è curata e condivisa dal gruppo, che ha seguito alcune linee guida impartite durante le “lezioni” del team di esperti.
Occorreva individuare un filone tematico ed elaborare un canovaccio, cui agganciare, poi, un titolo.
Era, quindi, necessario scegliere le opere e illustrare la motivazione della scelta.
Era anche indispensabile individuare le criticità del percorso, tenendo ben presenti i limiti e le opportunità del luogo espositivo, l’antica Imbiancheria del Vajro, sita sul rio Tepice.
Diversi sopralluoghi avrebbero consentito di superare le più grandi difficoltà.
Le prime proposte di organizzazione della mostra sono passate attraverso l’estro personale di ogni partecipante. Per esempio, si è ipotizzato di individuare colori-guida, emozioni, elementi naturali, ispirazioni da fiabe, ricordi e teatro, il femminile nell’arte e così via.
Alla fine il gruppo ha scelto all'unanimità un titolo forte e paradigmatico, “Caos ricucito”, dove il caos non ha significato negativo, ma di raccolta del “calderone” iniziale, stimolo a cercare la libertà nell’azione sia nell’arte, sia nella vita. La libertà che ci fa uscire da schemi preordinati.
ll “ricucito” significa che dal caos iniziale è possibile far confluire insieme emozioni, colori, forme e formati in un quadro complessivo che li ricomprenda in una finalità unitaria. La ricomposizione consente di godere del percorso, avviando un viaggio sereno dopo la benefica tempesta del caos.
L’ordine caotico è sì, un ossimoro, ma nel lavoro di gruppo è come un punto interrogativo che esce da una scatola: cosa prendiamo? Come lo scegliamo? Chi fa che cosa? Il brainstorming iniziale e il confronto serrato ha consentito di mettere a fuoco il percorso considerando anche la logistica dell’esposizione Un punto di ordine è stato raggiunto gradualmente: tale ordine di pensiero si è riflettuto nell’ordine espositivo, che desideriamo trasmettere al visitatore.
Mostra condivisa - Risultati
Tra le opere selezionate, si noterà che le dimensioni sono tutt’altro che uniformi, così come le forme e i colori: ma le prime opere inserite nel percorso della mostra riflettono l’idea della confusione portatrice di dubbi e stimoli. Le successive si avvicinano alla pacificazione finale, proposta che il pubblico potrà condividere forte della chiave di lettura proposta dal titolo, che riflette le intenzioni curatoriali.
Mostra condivisa - Attese
E come quel filo che ricuce il caos, ogni opera sarà illustrata, oltre che dalla didascalia relativa alla scheda tecnica di Trame d’Autore, anche da un "didascalia relazionale": si tratta di una manciata di parole che esprimono le emozioni suscitate dall'opera nei curatori, ispirandosi alla definizione di "Museo Relazionale" che viene attribuita al luogo espositivo. Nel segno di un costante invito all'interazione con l'arte, e con l'altro.
Mostra condivisa - Concept
Dalla selezione di opere della Collezione civica di Fiber Art, il gruppo, in piena libertà, è partito dal concetto di caos, incarnato in un primo gruppo di opere. Da tale brainstorming è scaturito il percorso, che porta il visitatore alla ricomposizione e alla pacificazione.
Gruppo Curatoriale
della mostra
Progetto d’allestimento
Caos che diviene ordine è il fil-rouge della mostra e l’allestimento vuole rendere evidente ed esplicito questo percorso.
L’idea del caos primario è il layout concettuale dell’allestimento stesso che, in simmetria e sintonia col percorso curateliale si rappresenta come metonimia dell’iter realizzativo dell’allestimento. Così il caos iniziale del brainstorming diventa il caos iniziale dell’allestimento dove tutte le opere arrivano indifferenziate nei loro imballaggi protettivi e la loro distribuzione disordinata si sviluppa per gradi di livelli successivi (per vani susseguenti) in un maggior ordine corrispondente ai diversi momenti di realizzazione dell’allestimento stesso.
L’exhibit design segue in chiave rappresentativa le proprie fasi diacroniche (rappresentate dalle singole stanze) dallo spacchettamento delle opere, alla loro posizione preliminare, alle varie ipotesi distributive (tutte queste caratterizzate da composizioni non convenzionali ed indifferenti alle regole ottiche) fino alla posa in opera definitiva stabilita da regole di armonia e chiarezza intellettiva.
Massimo Tiberio
exhibit designer