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Ghetto Ebraico

Il ghetto ebraico di Chieri è un insieme di abitazioni in Via della Pace, nota in città come "l su dij Breu", un vicolo stretto che sale da via Vittorio Emanuele II verso la chiesa di San Vincenzo o della Pace.

Ghetto Ebraico
Municipium

Descrizione

Il ghetto ebraico di Chieri è un insieme di abitazioni in Via della Pace, nota in città come "l su dij Breu", un vicolo stretto che sale da via Vittorio Emanuele II verso la chiesa di San Vincenzo o della Pace.
Le origini della comunità israelitica chierese si fanno risalire al 1580, quando ad Abram Serge viene concesso di allestire la sinagoga.
Il Ghetto di Chieri nasce però in seguito alle Regie Costituzioni del 1723, che obbligano gli ebrei a risiedere separatamente dai cristiani. Nel 1724, a seguito delle Regie Costituzioni di Vittorio Amedeo II che istituivano i ghetti in tutto il Piemonte, una delibera del Comune di Chieri autorizzava il Conte Bomaudo di Robassomero ad affittare le case di sua proprietà agli ebrei. 
Si tratta di un complesso di edifici medievali, già appartenuti alle famiglie Solaro e Villa, corrispondenti ai numeri civici 6, 8 e 10.

Casa Villa, al numero 6, è l'edificio che la tradizione locale chiama "casa del Rabbino". Edificio a tre piani fuori terra, con pianta ad L, che risulta rientrante rispetto alla strada, dove un piccolo fronte è completato da merli guelfi. Il lato corto della casa ha due finestre, una per piano e una fascia di mattoni lavorati a denti di sega che sorregge i merli. 
Interessanti i due ballatoi lignei, che in origine erano completati da modiglioni di sostegno intagliati, riproducenti angeli con lo stemma della famiglia Villa.
Il valore documentario di questo edificio tardo medievale chierese è dimostrato dall'essere stato scelto e riprodotto, da Alfredo D'Andrade del Borgo Medioevale di Torino, realizzato nel 1884 in occasione dell'Esposizione Generale Italiana.

Casa Solaro, il cui nucleo principale è al numero 8 della via, presenta una corte chiusa tra corpi a due piani; al ballatoio del primo piano si accede tramite una scala ad una rampa, coperta da tre archi a sesto acuto e a tutto sesto poggianti su colonne di laterizio. Al piano terra dell'ala sud fu tamponato un portico preesistente, di cui rimane a vista parte di due colonne in laterizio. L'ala orientale della corte, al primo piano, ospita l'aula della sinagoga, attualmente smantellata. Casa Solaro si prolunga verso nord-est fino al cortile del numero 10 della via.

La Sinagoga
Era al numero 8 di via della Pace al fondo del cortile di Casa Solaro, al primo piano. Non è purtroppo possibile ipotizzare dove fosse collocata la sinagoga precedente al ghetto, di cui si ha però notizia in un documento del 12 dicembre 1578 dove, in calce alla concessione a Giacob fu Leon Segre di aprire un banco di prestito, si legge: "Più, concediamo al detto Jacob e chi averà causa da lui di puoter far la synagoga et oratione in casa di uno di loro secondo il costume ebreo".

Quando fu istituito il ghetto nel 1724, la nuova sinagoga fu ricavata al primo piano per rispettare il precetto religioso che vieta ad un luogo di culto di essere sovrastato da locali di abitazione.
Si tratta di una sala non grande, di forma rettangolare, con quattro grandi finestre a sesto acuto sui lati nord e sud e due finestrelle ovali sul lato est. Il Matroneo, schermato da una grata traforata, si trova in posizione sopraelevata e conserva parte di una iscrizione in ebraico. Nel locale che precede la sala sono ancora presenti il lavandino lavamani e alcune cassette per le offerte.
La sala della sinagoga non ha più l'aspetto originario settecentesco ma quello assunto nel 1843, quando il rabbino Lattes si fece promotore di lavori interni di restauro e abbellimento, a cui contribuirono economicamente le famiglie Sacerdote e Levi.

Dal 1848, con la raggiunta emancipazione, iniziò un esodo da Chieri verso la città, che esaurì in poco tempo la comunità ebraica locale. Nel 1930 la comunità fu accorpata a quella di Torino, la sinagoga chiusa nel 1935, gli arredi sacri trasferiti a Torino nel dopoguerra e la sala di preghiera venduta a privati che la trasformarono in casa d'abitazione.
Attualmente la sinagoga è sempre di proprietà privata, in attesa di lavori di ristrutturazione e restauro.

La decorazione della sinagoga di Chieri
Malgrado le trasformazioni subite nel Novecento, la ex sala di preghiera di Chieri conserva ancora sulla volta un interessante ciclo pittorico ottocentesco a trompe-oeil di stile neogotico e sulle pareti immagini simboliche tratte dall'Antico Testamento.
Al centro della volta della sala di Chieri campeggia un rosone che imita le decorazioni architettoniche del gotico "fiammeggiante"; sul lato est si intravede, nella nicchia che ospitò l'Aron, la parte superiore di un tendaggio tirato e quanto rimane di due riquadri; sui lati nord e sud, nelle lunette sovrastanti le finestre, sei tondi (tre per parte) hanno come soggetto episodi biblici coma la Torre di Babele, la consegna delle Tavole della Legge, il Tabernacolo nel deserto e il carro di Elia.
In Piemonte esistono solo altre due sinagoghe con la volta affrescata: a Casale Monferrato e a Saluzzo.

Municipium

Modalità d'accesso

Parcheggio gratuito in via della Pace e a pagamento in piazza Umberto I
Apertura al pubblico In concomitanza di manifestazioni e ricorrenze particolari

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Indirizzo

Via della Pace, 8, 10023 Chieri TO, Italia

Ultimo aggiornamento: 13 gennaio 2024, 19:21

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